La carenza di estrogeni influisce in modo significativo sul processo di rimodellamento osseo, cioè il processo attraverso il quale l'osso vecchio viene sostituito con il nuovo, in un processo continuo che ha l’obiettivo di mantenere l’osso sano. Questa perdita ossea risultante è più rapida nei primi anni post menopausa, ma continua per tutta la vita in maniera costante. Si stima che circa una donna over 50 su 3 in particolare sia affetta da una patologia che colpisce le ossa e che le rende più a rischio di frattura, anche solo con traumi lievi: l'osteoporosi. Anche negli uomini si assiste a una riduzione della massa e della qualità dell’osso con l’avanzare dell’età a causa del calo della produzione degli ormoni sessuali. Ma, in questo caso, la diminuzione è più graduale. È possibile diminuire o rallentare la fragilità ossea riducendo il rischio di fratture attraverso alcune modifiche alle abitudini di vita come praticare attività fisica regolare, evitare il fumo e l'abuso di bevande alcoliche, ma soprattutto integrando calcio e vitamina D, anche attraverso una supplementazione se necessario. Coloro che arrivano all’invecchiamento con maggiori “riserve” ossee, curandosi di assumere il regolare apporto di calcio e vitamina D hanno meno probabilità di sviluppare la patologia