I disturbi del sonno sono tra i disagi più frequentemente riscontrati dalle donne nel periodo della menopausa. Un recente studio condotto da Margo Nathan, del Brigham and Women’s Hospital di Boston, presentato al Congresso dell’American Academy of Sleep Medicine ha esaminato un gruppo di donne nel periodo peri-menopausale senza disturbi primari del sonno e senza sintomi depressivi, mettendo in relazione i problemi del sonno e il calo ormonale. “I nostri risultati dimostrano che oltre alle vampate notturne, i continui risvegli che disturbano il sonno nel periodo che precede la menopausa sono influenzati dalle dinamiche ormonali”. La carenza di estrogeni altera in generale i bioritmi, compreso il ritmo sonno-veglia abituale. Se si soffre di insonnia in menopausa, tra le cause ci possono essere anche le vampate di calore che si manifestano soprattutto nelle ore notturne e sono responsabili di risvegli frequenti tra sudori e palpitazioni. Il sonno può essere disturbato anche da episodi di apnee ostruttive notturne, che possono essere legate allo sbalzo dei livelli di progesterone, ormone coinvolto anche come stimolante respiratorio, ma anche all’aumento di peso legato alle alterazioni del metabolismo in menopausa. Laddove il sonno è disturbato, si può sfociare in situazioni di stanchezza cronica e irritabilità: se non si riposa, si è meno tolleranti, meno pazienti oltre che più facilmente affaticate e carenti di energia per affrontare la quotidianità. Adottando semplici accortezze si può migliorare la qualità del riposo notturno, evitando per esempio caffè e tè nelle ore pomeridiane e prestando attenzione alle bevande eccitanti e alcoliche. Per migliorare la qualità del sonno, inoltre, è opportuno assumere i pasti ad orari regolari, cenare con menù più leggero rispetto a quello del pranzo, evitando alimenti che prevedono una digestione laboriosa e aspettare almeno due ore prima di coricarsi. Anche le attività motorie come fare una passeggiata possono essere utili nel favorire il sonno fisiologico.